Descrizione
In un’intervista risalente agli anni del processo a Giuseppe Rassello, un sacerdote napoletano affermò, opportunamente, che in quella vicenda giudiziaria si era preferito concentrarsi su singoli dettagli, perdendo così di vista la «persona». In realtà, in una concisa dichiarazione resa in tribunale – che il lettore troverà in forma ridotta in apertura a questo volume – Rassello aveva spiegato, con precisione comunicativa ineguagliata nel processo, la sua missione di sacerdote cattolico e di educatore al servizio dei più indifesi, nonché l’importanza di conservare la sua dignità non solo nella preghiera e nello studio, ma anche nel lavoro materiale e sociale. Tali aspetti erano stati anche portati alla luce dagli avvocati difensori tramite numerosi testimoni. Come è noto, la «persona» Rassello fu sottoposta al maglio implacabile della giustizia fino alla rarefazione, ma il suo insegnamento sopravvive tutt’oggi, anche tra i più giovani che non lo hanno conosciuto personalmente.
Oggi, dopo oltre trent’anni dall’inizio del processo e dopo ventiquattro dalla dipartita di don Rassello, un nutrito gruppo di persone ha risposto generosamente alla nostra richiesta di raccogliere degli scritti in sua memoria.1 Il destro ci è stato offerto dal XLVII anniversario della sua ordinazione sacerdotale, che ricorre il 6 aprile di quest’anno; ma, al di là della ricorrenza, l’iniziativa è stata determinata dall’urgenza di ciascuno di porre mano alla propria narrazione. Il risultato ha superato ampiamente le nostre aspettative.
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Attraverso narrazioni e fotografie apprenderemo dell’infanzia campestre di don Giuseppe nella nativa isola di Procida e del diuturno impegno tra la «sua gente» alla Sanità. Proviamo a presentarne il contenuto.
Don Giuseppe Rassello aveva una solida preparazione classica, sostenuta da sensibilità e capacità critiche non comuni. Queste caratteristiche, manifestatesi in età molto precoce, erano già state notate dai suoi compagni di classe a Procida: era chiaro sin dall’infanzia che “Peppino” era destinato a grandi cose. Non sorprende, dunque, il suo incarico in lettere classiche presso la Facoltà di Teologia di Napoli, cui va aggiunto quello presso il liceo classico Antonio Genovesi. Al perseguimento della carriera accademica egli preferì, tuttavia, l’impegno tra gli ultimi della società, pur senza mai trascurare i suoi amati studi. Dopo un periodo nel quartiere Vomero alla fine degli anni Settanta, dove aveva già constatato quanto allarmante fosse la diffusione della droga tra i giovani, don Rassello fu trasferito nel rione Sanità; qui, agli inizi del nuovo decennio, fu prima viceparroco di padre Michele Del Prete presso la chiesa di S. Severo Massimo (1981-89) e poi parroco a S. Maria della Sanità (1989-1997).
Siamo agli inizi degli anni Ottanta. Don Rassello si trovò ad operare in contingenze storiche ostili. Gli effetti del terremoto del 1980 gravavano ancora pesantemente su una città oppressa da una situazione politico-amministrativa, sociale ed economica ormai intollerabile. Gli scritti qui raccolti rendono un quadro sintetico ma significativo di una condizione che affliggeva il rione Sanità tanto quanto parte della città di Napoli e finanche dell’Italia. Quanto più questo quadro sarà chiaro, tanto più si riuscirà ad apprezzare il progetto di riforma civile e religiosa di Rassello.
L’azione diuturna di Giuseppe Rassello, poi coadiuvato da don Bruno Forte, ora arcivescovo di Chieti-Vasto, fu un barlume di speranza tra quelle innumeri rovine. Egli aprì le porte della sua casa e del suo tempo a tutti, in particolar modo ai giovani più disagiati, offrendo loro sostegno spirituale, culturale e materiale; visse uno stile di vita ai limiti della povertà, impegnando le sue risorse economiche al servizio della comunità: innumerevoli sono le testimonianze di chi lo vide raccogliere diseredati dalla strada e prendersene cura.
Mettendo a rischio la sua stessa vita, denunciò pubblicamente e con veemenza la combutta tra criminalità organizzata e gruppi politici che tenevano in ostaggio un’intera popolazione. Non bisogna però dimenticare, come spesso viene fatto, che nell’area disagiata della Sanità, come nel resto della città, vi erano già forze buone, persone dotate di forte coscienza civile e di opposizione alla situazione corrente: artigiani, operai, insegnanti, volontari, medici, studenti che trovarono in Rassello un alleato e una guida.
Accadde poi ciò che aveva temuto più di tutto, cioè di essere colpito da accuse gravissime. Seguirono l’arresto e il processo, repentinamente contestati da significative manifestazioni di protesta e di affetto (si vedano le foto di Sergio Siano in questo volume). Niente sarebbe più stato come prima, ma don Rassello si risollevò.
Infatti, ancora nell’ultimo periodo della sua vita, al tempo del poco documentato rettorato (1998-99) di S. Maria delle Grazie a Catena nel borgo di S. Lucia, Rassello continuò con immutato fervore, nonostante la malattia, la sua azione pastorale, pedagogica e di denuncia, mantenendo fede alla sua promessa fino alla fine: «Non vi tradirò».
Ci preme aggiungere che l’operato e il pensiero di Rassello trascendono i limiti fisici dell’area entro cui egli operò. Egli fu in grado di leggere, con grande acume, gli inquietanti segnali che accompagnarono la discesa nel campo politico di oscuri figuri politici, nonché anticipare eventi che di lì a poco avrebbero cambiato tragicamente il corso della storia del nostro paese.
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Ci è sembrato opportuno aprire questa raccolta con la già citata dichiarazione resa da don Rassello in tribunale nel 1990: da essa emerge chiaramente la sua missione, ma anche l’umano senso di sopraffazione per un’impresa che gli sembrava al di là delle sue forze. In chiusura vi sono due estratti dal suo libro S. Severo fuori le mura: carme in prosa: un vero carme d’amore per la sua gente, ma anche una risposta colta, anzi coltissima, ai politicanti di turno e a certi rappresentanti del mondo giornalistico e accademico. A questi ultimi Rassello rivolse una provocazione: quella di sforzarsi di rinunciare, qualche volta, alle proprie categorie ermeneutiche in favore di un’empatia profonda.
Anche se c’è ancora molto da fare per avere una conoscenza più completa della vicenda del sacerdote cattolico Giuseppe Rassello, una parte significativa di essa è racchiusa nei racconti e nelle immagini che seguono. Haec sunt legenda: questo c’è da leggere.
C.A.
Royal Leamington Spa, 21 marzo 2024